Crediamo nella condivisione di esperienze e conoscenza tra persone

L’intelligenza artificiale impara a conoscerci. Riuscirà a farci tifare per un supermercato come per la nostra squadra del cuore?

Un tifoso del Milan, se fa la tessera dello stadio, la fa per il Milan. Non gli interessa se il prezzo è più alto di altre squadre, se lo stadio ha i seggiolini più scomodi o se un’altra squadra vince di più. Lui ha scelto e non cambierà. Gli appassionati di calcio che vogliono solo godere della partita sono una minoranza, e io non ne conosco nessuno.

E se lo stesso principio si applicasse ai supermercati, ai marchi di detersivi, alle catene di elettronica? E se l’intelligenza artificiale riuscisse a trasformare la fedeltà commerciale in una passione viscerale, un’appartenenza emotiva come quella per una squadra di calcio? Oggi, i retailer stanno studiando come rendere la fidelizzazione un legame molto più profondo della semplice abitudine o convenienza.

l’AI sa chi siamo (e cosa ci emoziona)

Le carte fedeltà, i programmi a punti e gli sconti personalizzati sono strumenti noti, ma poco emozionali. Funzionano finché conviene, ma nessuno di noi è legato per passione al supermercato sotto casa o alla marca di biscotti in offerta, sebbene alcune insegne abbiano elementi di sostenibilità o di appartenenza cooperativa che cercano di creare un senso di appartenenza. L’AI cambia tutto o potrebbe farlo. I retailer potranno avere accesso a dati immensi sui nostri gusti, abitudini e persino emozioni.

Immaginate un supermercato che, grazie all’AI, sa che siete vegani e vi propone ricette perfette per voi, con ingredienti scontati. Oppure un negozio di elettronica cheo capisce che siete fan della fotografia e vi avvisa appena esce un obiettivo perfetto per il vostro stile di scatto. Beh questo è ancora abbastanza tradizionale. Nuovi strumenti per strategie note. La nuova frontiera è quando l’AI non si limita a offrire sconti: racconta storie su misura, stimola desideri, crea rituali.

Quando il supermercato diventa una comunità

I brand più avanzati stanno cercando di trasformare il rapporto con i clienti in una forma di appartenenza. Amazon Prime non è solo un abbonamento, è una tribù. Apple non ha clienti, ha adepti. Perché? Perché il loro valore percepito va oltre il prodotto: coinvolge lo stile di vita, la personalità, le emozioni.

E se diventassimo “tifosi” di una marca? Pensiamo ai prodotti. Oggi ci affezioniamo alle marche per vari motivi: tradizione, pubblicità, abitudine. L’AI potrebbe portare tutto questo a un altro livello. Se un detersivo ci invia un messaggio personalizzato su come ci aiuta nella nostra specifica routine di pulizia, se un brand di pasta sa esattamente i piatti che ci piace cucinare e ci propone la ricetta perfetta, non si tratta più di un semplice acquisto: diventa una relazione.

E quando c’è una relazione forte, la fedeltà non è più solo una questione di prezzo o disponibilità sugli scaffali. Diventa un atto identitario.

La sfida: fedeltà o manipolazione?

Ma attenzione: fino a che punto è etico spingere su questo legame emotivo? Se l’AI è così brava a comprendere e anticipare le nostre emozioni, il rischio è che ci spinga a comprare non per necessità o vera passione, ma per pura suggestione. I retailer devono trovare il giusto equilibrio tra coinvolgimento e manipolazione.

In un mondo dove l’AI può trasformare la fedeltà in passione, la vera domanda diventa: siamo pronti a tifare per un supermercato come per la nostra squadra del cuore? O saremo solo clienti più prevedibili?

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *