Non è una pandemia, ma un trend che non si può trascurare

Recentemente mi sono imbattuto in una ricerca di Goldman Sachs (https://www.goldmansachs.com/intelligence/pages/the-creator-economy-could-approach-half-a-trillion-dollars-by-2027.html), sul mercato dei content creator. Un settore nel 2023 valutato 250 miliardi di dollari e stimato al quasi raddoppio nel giro di soli quattro anni.

Quasi il 60% dei proventi del settore arrivano per contratti diretti fra le insegne e gli influencer, termine con il quale vengono comunemente indicati i creatori di contenuti con più seguito e quindi più potere di influenzare le decisioni anche di acquisto. Numeri di tale dimensioni non passano certo sottotraccia ed oggi molti brand hanno in staff ruoli come Head of Creator Partnership o Influencer Marketing Manager.

Quali sono le opportunità per la grande distribuzione organizzata oltre la mera sponsorizzazione? Il loro ruolo può aiutare sia nel veicolare i prodotti a marchio dell’insegna (private label) che nel fidelizzare il cliente in generale.

Una collaborazione strategica con un content creator con valori in linea con la brand-identity dell’azienda può creare un legame emotivo più forte con il consumatore. I contenuti dell’influencer possono essere integrati nella comunicazione aziendale, sia quella più istituzionale, che quella specifica di prodotto. In questo secondo caso le possibilità sono svariate, dai consigli di acquisto a quelli di utilizzo dei prodotti: alimentare e cosmetica sono due corsie che ben si prestano a questo genere di contenuti.

La presenza fisica di un influencer in negozio può essere un richiamo per la clientela, estendibile anche sfruttando il virtuale. In una diretta da un punto vendita il creator può presentare dei prodotti interagendo con i propri follower sia in negozio che on-line per rispondere a domande e fornire consigli. Questo crea un senso di autenticità e di urgenza a beneficio delle vendite, non solo del prodotto oggetto dello streaming.

Il passaggio successivo è la creazione di linee di prodotti personalizzate che richiedono maggiori investimenti ed un impegno temporale più lungo, per cui sono appannaggio solo dei leader di mercato (da entrambe le parti).

Un altro approccio innovativo potrebbe essere quello di creare piattaforme di contenuti proprietarie, gestite direttamente dalle aziende della GDO. Queste piattaforme potrebbero ospitare contenuti creati sia da influencer esterni che da creatori interni, incentrati sui prodotti, sui servizi e sullo stile di vita promossi dall’azienda.

I consumatori oggi sono sommersi dalla scelta di prodotti e di canali di vendita, affidarsi ai consigli di un esperto, o presunto tale, semplifica il processo e permette di sentirsi allineati negli acquisti ad un’insieme di valori identificativi, di stile e/o sociali.