Emozioni e stili comportamentali nel retail
Recentemente, per una serie di motivi diversi, ho tenuto diversi corsi su come avere relazioni relazioni efficaci. In buona sostanza distinguiamo le persone secondo alcuni modi prevalenti di comportarsi e come riconoscere il proprio stile, quello degli altri e sviluppare maggiore versatilità nei confronti degli altri. Nel modello che utilizziamo si usano i colori per identificare i diversi stili.
Queste capacità vengono poi declinate in diversi contesti, dalle relazioni all’interno dei team di lavoro, a come fare comunicazione che soddisfi “tutti i colori”, da come riconoscere un cliente al modo migliore di presentare qualcosa ad un determinato stile.
Oggi però voglio provare ad andare oltre, a pensare se questi concetti possono essere portati all’interno del punto vendita non solo attraverso la formazione del personale, ma sfruttando la tecnologia. Mi ritorna in mente che circa dieci anni fa ero all’interno degli uffici milanesi di un noto marchio ICT e mi avevano mostrato come delle telecamere nella sala riunioni in cui ci trovavamo provassero a riconoscere i nostri stati d’animo e sugli schermi compariva la mia faccia con a fianco degli aggettivi: “allegro, arrabbiato, pensoso, triste, …ecc”. Di lì a qualche mese avrei incontrato una startup del centro Italia che aveva declinato l’idea nel retail, seppur con una tecnologia parzialmente diversa. Qui le telecamere in negozio si proponevano di riconoscere le emozioni per capire cosa suscitasse un prodotto (un outfit su un manichino, un manifesto promozionale) ed usare queste informazioni per migliorare l’allestimento o addirittura guidare l’assistente alla vendita.
All’epoca il ritorno sugli investimenti mi sembrava vago, ed in effetti non mi sembra che sul campo si trovino tuttora molte applicazioni, gli stili sociali però vanno oltre le singole emozioni, e hanno a che fare con come le persone prendono le decisioni, incluse quelle di acquisto. Allora perché non provare a far volare la fantasia? Un espositore promozionale per un prodotto di bellezza potrebbe presentarne i benefici a chi è orientato ai risultati: ad esempio il trucco è più resistente all’acqua. Riconosce una persona orientata ai dettagli? Ecco tutte le caratteristiche, mentre se si trattasse di qualcuno orientato alle esperienze grande attenzione su come creare look esclusivi. E così via.
L’aspetto difficile è come identificare con la tecnologia il cliente, non riesco ad immaginare come farlo in maniera consistente. Certo l’aspetto visivo può dare delle indicazioni, i colori dell’abbigliamento, il tipo di accessori, forse alcune posture, ma mi sembra tutto poco attuabile nel presente. Futuribile? Forse, penso a quando l’amico Sandro mi racconta che anni fa aveva fatto un corso con un signore che identificava gli stili comportamentali delle persone da come erano consumati i loro tacchi e ci azzeccava! Chissà allora se davvero non sarà solo… un’avventura!
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