Fino ad adesso abbiamo visto diversi modi di come lo smartphone dei clienti possa essere “cavalcato” dai retailer per arricchire l’esperienza d’acquisto, fidelizzare il cliente o altri scopi simili. Proviamo ora a fare una carrellata su applicazioni reali in giro per il mondo, quale ispirazione per declinazioni in contesti simili o anche diversi.

Sfruttando i telefoni dei clienti Walmart a Dallas ha realizzato un negozio (ad insegna Sam’s Club) dove il personale svolge il ruolo di assistente alla vendita ed i cassieri sono gli acquirenti stessi. Utilizzando l’app ad hoc i visitatori fanno il self-scan di ogni prodotto e pagano direttamente dal loro dispositivo mobile. La particolarità? La app integra funzioni di lista della spesa dove i prodotti scompaiono appena messi nel carrello, e l’elenco può essere creato automaticamente da un motore di intelligenza artificiale che si basa sullo storico del cliente. Non solo, funzioni di realtà aumentata valorizzano i prodotti presenti e forniscono informazioni di acquisto utili al consumatore. Sfruttando poi localizzatori Bluetooth in negozio la app funge anche da navigatore per guidare il cliente a trovare velocemente i prodotti sui diversi scaffali.

Poter usare i dispositivi dei clienti vuol dire risparmiare sui costi di hardware che possono essere invece indirizzati a sviluppare soluzioni con un design migliore. Il fatto più importante è che il cliente non deve imparare ad usare un terminale specifico per quel negozio, ma interagisce con un oggetto a lui completamente familiare, abbassando drasticamente la barriera di utilizzo.

Ciò avviene non solo in America, in Asia app quasi simili esistono per gli store Freshippo (di Alibaba) e 7Fresh (JD) dove i clienti possono visualizzare informazioni nutrizionali sui prodotti inquadrandoli dal telefono e pagare direttamente con quest’ultimo. Nel mercato asiatico il mobile payment è ormai maturo e diffuso più che da noi.

Similarmente American Apparel ha sviluppato una app che consente ai propri clienti di inquadrare un capo di abbigliamento (anche sul digital signage nei negozi) e ricevere tutte le informazioni sul prodotto, i differenti colori in cui è disponibile e persino le recensioni di altri clienti.

Il negozio House of Innovation 000 di Nike, a New York, è stato progettato proprio per massimizzare l’esperienza con la app della casa. Anche qui inquadrando un prodotto è possibile avere più informazioni, acquistarlo e pagarlo senza fare la coda o anche richiedere di trovarlo in camerino per una prova nella taglia e colore desiderato.

Sempre negli Stati Uniti è interessante il caso di Stance, azienda specializzata nella vendita di calze. Anche in questo caso è possibile saltare la coda alla cassa facendo un self-checkout con lo smartphone. La particolarità è che non è richiesta alcuna app! Il cliente inquadra un codice che lo porta su una pagina web dalla quale è possibile fare la lettura dei codici a barre dei diversi prodotti e pagarli. Utilizzando il browser di navigazione già presente in tutti i telefoni si elimina una complicazione tecnologica, rendendo immediatamente tutti i clienti già pronti ad usare la loro soluzione. Chiaramente questo vantaggio “frictionless” va a discapito di altre funzioni più avanzate che una app consentirebbe.

Uno dei grandi vantaggi di usare percorsi di acquisto basati sugli smartphone è una certa protezione nel tempo dell’investimento fatto. Questi oggetti continueranno ad essere presenti nelle tasche, e nelle mani dei clienti, per i prossimi anni, non c’è il rischio di obsolescenza tecnologica. Certo le app devono essere mantenute ed aggiornate continuamente, e questo ha un costo. Allo stesso tempo però questo vuol dire avere la possibilità di migliorare continuamente l’interazione con il cliente, e offrire nuove opportunità, senza dover fisicamente rimpiazzare delle apparecchiature nel punto vendita, semplicemente aggiungendo nuove funzionalità alla app.