Big data, intelligenza artificiale e IoT sono tre tecnologie incentrate sul dato che sono fulcro della trasformazione digitale. L’intelligenza artificiale (IA o AI all’inglese) è la più affascinante delle tre per mille risvolti diversi, ed è una realtà già in uso da molti retailer. Il mercato più grande è però previsto per l’internet of things (IoT), ovvero un insieme di oggetti connessi, prevalentemente sensori, ma non solo essi. Quali sono dunque le possibili applicazioni di questa tecnologia nel mondo del commercio? Come spesso accade queste sono molteplici, focalizziamo dunque quelle mature che hanno già casi d’uso concreti.
IoT e GDO
Nel settore della grande distribuzione organizzata o delle distribuzione di bevande l’IoT è applicato ai sistemi di refrigerazione: armadi, banchi e vending machine. Grazie a sensori ad hoc vengono misurati sia i parametri operativi, garantendo il controllo immediato del rispetto degli obblighi di conservazione. Questo però è solo un marginale beneficio rispetto al passato. I grandi vantaggi arrivano dalla capacità di misurare costantemente il livello dei prodotti per migliorare l’efficienza di re-stock (in particolare per i distributori automatici) o tracciare le aperture degli sportelli in rapporto alle vendite. Infine c’è la possibilità di monitorare i parametri operativi per implementare dei modelli di manutenzione predittiva.
IoT e retail
Entrando in negozio l’impiego principale odierno dell’IoT è collegato al RFID. Dotando ogni prodotto di un economico tag RFID (una sorta di contrassegno elettronico univoco) si apre un mondo di applicazioni ad esso collegato. Alcuni brand lo utilizzano per avere un inventario in tempo reale di ogni negozio e di ogni centro logistico. I vantaggi sono evidenti: la riduzione degli errori al taglio dei costi e dei tempi necessari per la produzione dell’inventario. Sfruttando la stessa tecnologia il retailer ha la possibilità di tracciare i movimenti del capo all’interno dell’intera supply chain e ottimizzare quindi spedizioni e giacenze in funzione dei dati raccolti. La granularità dei percorsi di un prodotto può aumentare anche solo all’interno del negozio. In particolare nell’abbigliamento dove alcune aziende rilevano quante volte un capo entra in camerino, incrociando poi questo dato con quelli di vendita. In questo modo informazioni importanti vengono raccolte, ad esempio un capo che viene provato spesso, ma acquistato raramente potrebbe avere problemi di vestibilità.
Altri brand usano la marchiatura elettronica dei capi diversamente. Quando il prodotto entra in camerino, questo viene letto dalle antenne presenti attivando una serie di suggerimenti a beneficio del cliente (e/o dell’assistente alla vendita). Questi compaiono su uno schermo apposito, o integrati nello specchio, dove il potenziale acquirente riceve informazioni aggiuntive sul capo, su possibili varianti per materiale, colore o taglia, o ancora suggerimenti su altri prodotti da abbinare. Ci sono sul mercato diversi casi già in produzione anche da diverso tempo. Non è l’unico esempio di uso a beneficio del cliente. L’identificativo elettronico consente di semplificare la procedura di reso e alcuni marchi non richiedono più neanche lo scontrino, poiché grazie al tag sono in grado sia di riconoscere ogni prodotto che risalire alla data esatta di vendita.
L’orizzonte a breve
Le applicazioni sin qui viste sono tutte casi d’uso reali con più esempi in retailer di diverse dimensioni e differenti categorie merceologiche. Essi saranno, anzi sono già, un riferimento per gli altri operatori e vedremo nuovi progetti prendere piede già quest’anno in questi ambiti. La pubblicazione dei risultati conseguiti, insieme al maturare della tecnologia e l’esperienza nell’implementarla invoglieranno altri a percorrere la stessa strada per non rimanere indietro. Chi vorrà fare un passo in più guarderà ad altre applicazioni IoT. Ci sono progetti futuribili come aggiornare i prezzi delle bevande nei cooler in funzione del tempo atmosferico o della quantità di persone rilevate in un’area, e altri più legati alla sensoristica per la raccolta di informazioni operative. La sensazione è che per il 2019, e forse anche per il 2020 il grosso degli investimenti verrà rivolto ad applicazioni IoT dove il ritorno sugli investimenti è più sicuro poiché c’è una discreta esperienza d’uso acquisita.
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