Quali innovazioni sono calde nel mondo retail?

Nella prima parte abbiamo visto tre temi in qualche modo collegati: dati, intelligenza artificiale e riconoscimento facciale. Sarà casuale? Anche in questa seconda parte i 3 temi sono legati da un filo rosso.

Intersezione fra retail e ristorazione

Il cibo è uno dei grandi trend degli ultimi anni e il settore ristorativo è in crescita. Non è forse un caso che un colosso come Ikea stia per aprire dei ristoranti al di fuori dei tradizionali maxi store dell’arredamento. Non sarebbe una novità assoluta, già in passato ci aveva provato con temporary in diverse piazze europee fra cui Londra e Parigi, adesso però si tratta di realtà permanenti. L’effetto più interessante è quando vi è commistione fra retail e ristorazione, con sinergie soprattutto a favore del negozio. Del resto Ikea Food nasceva proprio con l’intenzione di soddisfare l’appetito dei visitatori in modo che questi abbiano tempo e predisposizione per comprare poi il mobilio. Certo l’arredamento ha un tempo di acquisto più lungo e quindi il principio sembra essere valido, ma limitato alla categoria. Non è l’unico incrocio possibile però, e già altre catene hanno capito il potenziale. Prendiamo l’esempio di Milano: in Piazza Gae Aulenti possiamo pranzare al ristorante The Stage all’interno del negozio Replay oppure, se preferiamo associare al piatto una lettura basta attraversare la piazza ed entrare nel bistrot di laFeltrinelli RED (Read Eat Dream). Per il caffè in meno di dieci minuti a piedi possiamo raggiungere Corso Garibaldi dove, a poca distanza l’uno dall’altro, abbiamo la scelta fra Moleskine e Thun. In entrambi i casi, la somma è più della singola entità. Il filo conduttore di Thun sono i servizi da caffè in porcellana, ma poi mentre il cliente si gode l’espresso potrebbe acquistare un prodotto diverso, magari per un regalo da fare a breve. I taccuini Moleskine servono per annotare idee e riflessioni, attività che si può accompagnare con un drink. Insomma gli spunti sono molteplici e non mi stupirei vedere spuntare altre iniziative… come funghi!

Chioschi interattivi

Rimaniamo in tema ed entriamo in un McDonald’s dove i chioschi di interazione sono ormai consolidati e vengono utilizzati per ordinare cibo e bevande ed arricchire l’esperienza di acquisto del cliente. Nel 2018 ne spunteranno sempre più. Nel settore della ristorazione essi offrono una serie di vantaggi: accorciano le code alle casse per le ordinazioni, riducono i costi del personale, o comunque lo liberano a favore di incombenze più a valore per il cliente ed infine introducono un elemento di coinvolgimento dato dalla novità. Non è detto però che i benefici saranno solo per quel mondo. Ad esempio negli Stati Uniti la catena Walmart usa i chioschi per fornire accesso in negozio all’intero catalogo on-line. I clienti possono ordinare direttamente dallo schermo, pagare in cassa e poi ritirare i prodotti, sempre in negozio, due giorni dopo. Questi totem digitali permettono all’insegna di fornire ai propri clienti un’interazione di qualità sempre disponibile, il cui unico limite è proprio il numero di chioschi installati. Ne verranno installati sempre di più man mano che i retailer comprenderanno come utilizzarli al meglio all’interno dei loro negozi e coerentemente con i comportamenti di acquisto dei loro clienti.

Parlare di Amazon

Torniamo a Walmart che l’anno scorso ha deciso di fare squadra con Google per fornire una serie di servizi, fra cui la possibilità di ricevere ordini attraverso Google Express, potenziato da Google Assistant il sistema di riconoscimento vocale (e ci ricolleghiamo ad un trend già visto). Una delle contromisure che il colosso americano sta intraprendendo per fronteggiare Amazon soprattutto dopo l’acquisizione di Whole Foods. Il gigante di Bentonville non è l’unico ad avere sottoscritto un accordo del genere, fra gli altri che lo hanno fatto ci sono Target, Toys R Us, Staples e Costco. Insomma contrastare Amazon o allearsi in qualche modo con essa, come invece hanno fatto altri brand quali Burberry, Levi Strauss & Co, P&G, Nike, Violet Grey e Calvin Klein. Malgrado l’azienda di Bezos sia “solo” sesta nella classifica dei retailer compilata da Deloitte l’impatto mediatico che ha è smisurato ed ad esso spesso è collegato l’andamento in borsa dei brand coinvolti. Lo vedo anche nei convegni sul retail ai quali partecipo. In quasi tutti ,anche se Amazon non è presente direttamente, ad un certo punto essa diventa argomento di dibattito. Ciò avviene per commentare le sue mosse oppure per discutere dell’impatto che queste possono avere su una delle insegne presenti in sala. Insomma se ne parla sempre, esattamente come sto dimostrando anche io in questo momento. E nel 2018 la crescente rilevanza di Alexa, di cui abbiamo parlato nella prima parte, aumenterà se possibile questo effetto.

Quali altri trend?

In queste due puntate ho scelto 6 trend per il 2018, alcuni consolidati e ancora caldi, altri che credo esploderanno quest’anno. Fare una scelta ha voluto dire scartarne altri, e mi piacerebbe avere un confronto su questa tema. Nel corso dell’anno torneremo sicuramente a parlarne e valutare i tassi di adozione. Nel frattempo puoi scrivermi la tua opinione a paolo@digital-club.it