Il mondo dei negozi è in rapida evoluzione: cambi di mode, tecnologie, approcci al cliente hanno sancito mutamenti nel tempo. Alcuni punti vendita hanno innovato e cambiato le regole del gioco, così come altri hanno creato fette di mercato verticali, ad esempio i department store.
Negli ultimi anni una delle novità nel panorama retail è stata la discesa in campo di Apple e l’apertura di punti vendita per alcuni versi innovativi e diversi dai tradizionali negozi, in particolare quelli di elettronica di consumo o informatica. I numeri hanno dato ragione al gigante californiano ma l’aspetto interessante è capire il perché di alcune scelte radicali. Una di queste è quella di non cercare di sfruttare al massimo le superfici per l’esposizione di prodotto ma al contrario lasciare ampi spazi vuoti o comunque non dedicati alla vendita. Il motivo è semplice il negozio è visto come un luogo dove avvicinare il cliente all’esperienza Apple. Sia della marca che dei prodotti. Un po’ come il piano superiore di Ikea, i prodotti non sono disposti per riuscire ad esporne il maggior numero, ma piuttosto per dare loro vita in arredi realistici dove l’acquirente può vivere il prodotto.
Questo uso del negozio come luogo di esperienza per il cliente è sempre più importante ed uno dei trend principali specie per i brand di fascia alta. Italia Brand Group, agenzia leader di comunicazione, lo ha dimostrato efficacemente nel corso di un evento Retail Club proprio a titolo il punto vendita come teatro della marca. Una delle spinte viene anche dall’e-commerce, dall’uso intensivo dei dispositivi mobili. Il mondo on-line offre infatti una profondità di informazioni, un assortimento di stock e una velocità di comparazione che non sono riscontrabili in negozio. Questo deficit può essere in parte recuperato integrando il catalogo esteso all’interno del punto vendita. Il cliente può vedere e provare alcuni prodotti in negozio ed eventualmente ordinare in loco varianti non a stock (per colore, taglia, dimensione, materiale, ecc…) che verranno poi spediti al domicilio.
In ogni caso si tratta di soluzioni che tendono a mitigare un problema ma non esaltano il vero punto di forza del punto vendita: la capacità di coinvolgere il cliente a livello sensoriale e trasmettere i valori, l’esperienza e la promessa della marca e quindi per corollario quella dei prodotti. Vale per Apple, è ancora più vero per settori come la moda dove tessuti, colori e tagli hanno un feeling visivo, tattile, sonoro, magari anche olfattivo, che possiamo apprezzare solo di persona. Come cade un capo di vestiario sul nostro corpo lo possiamo scoprire solo provandolo fisicamente. Le sensazioni che ci può regalare un tessuto, l’accostamento di colori e altre peculiarità del genere sono vivibili solo toccando con mano il prodotto. Meglio ancora se accompagnati nell’esperienza da un esperto all’interno del negozio. Ciò vale nel fashion, nel luxury, nell’arredamento, profumeria, accessori e molti altri settori. Ma non è automatico.
Non è sufficiente esporre un prodotto perché esso comunichi l’esperienza di marca. Allo stesso modo non è sufficiente riempire uno spazio fisico di prodotti per creare un negozio efficace in tal senso. Bisogna progettare il punto vendita mettendo al centro il cliente e la sua esperienza, e non il prodotto. L’innovazione tecnologica può essere di aiuto e presto torneremo a parlarne, organizzando anche eventi e dimostrazioni a tema. La chiave però è nel pensare, o ripensare, alle logiche di costruzione, allestimento e progettazione del negozio.
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